Mi presento
Dott. Giovanni De Gregorio – Psicologo/Psicoterapeuta

Sono una persona che ama guardarsi dentro. Mi piace scoprire il senso profondo delle cose che mi capitano. Credo nell’esistenza di un mondo interiore che mi spinge ad agire indipendentemente o anche contro la mia volontà. È per questo che ho iniziato ad osservarlo e a studiarlo. Avendolo sempre con me, pian piano ho iniziato a conoscerlo. Così ho capito che liberarsi dai blocchi interiori per potersi esprimere liberamente, è possibile!
Sin dall’infanzia ho scoperto di avere una sensibilità interiore per aiutare e comprendere gli altri, tanto che per poterla mettere meglio a frutto, nel 1990 decisi di iscrivermi alla Facoltà di Psicologia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Dopo essermi laureato a pieni voti, potevo dire di avere molte conoscenze in più, ma molte domande sulla sofferenza e sul senso del dolore rimanevano ancora irrisolte. Non riuscivo a vedere tutto come frutto del caso. Non potevo rassegnarmi a dover accettare passivamente di essere determinato da qualcos’altro che non fosse me stesso. Mi rifiutavo di vedere la Psicologia come una normale terapia medica fondata sull’eliminazione della sofferenza e del dolore, quasi fosse un dente da estirpare. Troppo riduttivo! Non si può vedere il paziente solamente come un corteo di sintomi da individuare diagnosticamente…per etichettalo e archiviarlo.
Insomma, da questo punto di vista mi sentivo come uno psicologo un po’ fuori dal contesto, un pesce fuor d’acqua, un cane sciolto….
Per ferma convinzione, non ho mai pensato neanche per un momento di adeguarmi al pensiero comune che mi circondava, non ce la facevo, certi principi umani erano troppo profondi dentro di me! Questo fin quando il Relatore della mia Tesi universitaria, il Prof. Riccardo Venturini, non mi parlò della Psicosintesi quale possibile indirizzo per la mia specializzazione in Psicoterapia.
Non appena cominciai ad informarmi a riguardo e a leggere qualcosa del suo fondatore Roberto Assagioli, mi sentii come di indossare un vestito su misura, qualcosa che era stato fatto apposta per me!
Con un linguaggio semplice, concreto, competente e soprattutto comprendente la totalità degli aspetti biopsicospirituali dell’essere umano era capace di arrivare nel mio profondo come nessun altro approccio psicologico era riuscito a fare prima.
Di lì iniziò la mia avventura formativa e insieme i chilometri macinati da Napoli a Firenze per raggiungere Scuola di Psicoterapia Psicosintetica.
Qui ho incontrato quello che sarebbe diventato il mio mentore, allievo diretto di Roberto Assagioli, e cioè il Prof. Antonio Tallerini, innamorandomi del suo modo di intendere la psicoterapia: “Non sono importati i problemi che ha la persona….ma la persona che ha i problemi!”.
Come Opero → il mio approccio clinico
La mente umana è…e resta un mistero! Chi dice di aver compreso tutto s’inganna. Tutte le psicoterapie che operano nell’onestà rappresentano una strada per avvicinarsi alla Verità.
Il mio approccio clinico è basato sulla Psicosintesi, secondo cui il lavoro essenziale di psicoterapia viene fatto con la parte sana della persona più che con la parte ammalata.
Il disagio, i sintomi, la patologia, risultano importanti solo in quanto ostacoli allo sviluppo della parte più sana, vera ed essenziale di sé. Essenziale in Psicosintesi è la posizione di Soggetto delle proprie azioni, di colui che sceglie in maniera consapevole e mai automatica.
Rivoluzionaria è la concezione del proprio “mondo interiore” definita come “animo molteplice”: una realtà vivente fatta di energie più o meno organizzate che lottano tra loro per affermarsi.
La differenza è che in psicosintesi non si parla di schemi di pensiero astratti o credenze mentali, ma di vere e proprie entità viventi dentro di noi, “energie” che lottano per soddisfare i propri bisogni con modalità tipiche e singolari di espressione. “Personaggetti”, che tecnicamente chiamiamo “sub personalità”, e che si muovono in maniera automatica, abituati come sono a soddisfare i propri bisogni secondo la modalità del “tutto e subito”. Quando emergono sul palcoscenico della coscienza, ci portano, potremmo dire…in uno stato di “trance” da cui veniamo rapiti. Ci fanno cioè pensare, sentire, immaginare, emozionare, desiderare e comportare in modo del tutto diverso da prima e ciascuno a suo modo. Tutto questo avviene automaticamente e in tal senso sono inconsapevoli e per questo “ci sfuggono di mano”.
Non sono negativi in sé, ciò che è negativo è l’automaticità con cui si muovono. L’automatismo è l’unico e vero danno! Diventarne consapevoli è un obiettivo primario della psicoterapia psicosintetica.
Possiamo infatti gestire e trasformare solo ciò che conosciamo!
Cordialmente,
Giovanni De Gregorio